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Pastore Maremmano Grande Guerra nella Grande Guerra
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Domande frequenti e rapporto con i bambini

1) Quali sono le doti caratteriali del Maremmano Abruzzese e quali eventuali difetti?

La prima cosa da tenere a mente ed in ogni caso, quindi, è che si tratta di un cane da pastore nel senso più completo del termine: incapace di adattarsi ad una vita che non soddisfi le sue attitudini naturali.
Natura fiera, autonoma, indipendente, volitiva, non priva di intelligenza, il cucciolo Maremmano Abruzzese sviluppa dai primi mesi l’innato spirito d’iniziativa in un complesso comportamentale estremamente razionale, tale che ogni sua azione risulti sempre subordinata, consequenziale, responsabile. .
Obbedienza, bellezza funzionale, vigore, resistenza fisica, coraggio, intelligenza, ma soprattutto estrema fedeltà, sono solo alcune delle caratteristiche che in un incredibile equilibrio costituiscono l’essenza di questa magnifica razza.
Nel gregge continua a fare il lavoro per il quale si è distinto, e s’è conquistato una fama meritata di custode gelosissimo degli animali a lui affidati, sino all’estremo sacrificio della vita, capace di proteggerli dalle numerose insidie dei predatori: lupi, altri cani specie se randagi e vaganti, orsi, uomini. Storico nemico del lupo, ma anche del ladro di bestiame, nei territori in cui l’abigeato esiste e attenta alla proprietà, in questo suo lavoro è instancabile, resistente, capace di affrontare ogni fatica e privazione, amico inseparabile del pastore con il quale stabilisce un rapporto apparentemente alla pari, ma in realtà di dipendenza e di sottomissione. Con le pecore stabilisce un rapporto sorprendente, specialmente se, come è solito, è nato e cresciuto in mezzo a loro; si confonde con esse, non usa mai la forza, ma è paziente e ostinato anche se talvolta la loro proverbiale testardaggine tende a scoraggiare le sue iniziative. Conosce le loro fragilità e non ne approfitta, anche perché sa che il pastore non glielo permetterebbe. E’ amorevole con gli agnelli, dei quali assiste la nascita, perché gli piace lambirli del liquido di cui sono bagnati appena nati e del sangue, di cui talvolta sono imbrattati. Resta vicino alla partoriente, l’assiste a lungo. E’ straordinario constatare come questa attitudine di cura e protezione, riesce a rivolgerla verso ogni altro animale e/o umano e questa, credo, sia una delle principali doti e garanzie caratteriali che lo differenzia da altre razze. Vorrei ricordare il Maremmano Abruzzese che in Australia è posto a custodia di pinguini in via di estinzione.
Anche posto a guardia di un’azienda o proprietà il cane Maremmano-Abruzzese ha il suo ruolo importante di guardiano. Non gradisce il primo venuto, impara presto a conoscere i confini entro i quali la proprietà è compresa. E’ geloso sia dei fabbricati, sia degli attrezzi, sia di tutti gli altri animali dell’azienda; non consente a nessun intruso di avvicinarsi troppo. Prende posizione in prossimità del cancello oppure si corica di traverso lungo lo stradone di accesso, possibilmente all’ombra di un albero o di un cespuglio, e, attento, osserva e controlla chi transita, per permettergli, o meno, il passaggio.

2) Perché si chiama Maremmano Abruzzese?

La denominazione deriva, come per tutte le razze di interesse zootecnico, dal nome dell’ambiente territoriale geografico da cui ha originato lo sviluppo filogenetico.
Nel 1958 venne adottato questo criterio dall’ENCI considerando evidentemente le Maremme (dal latino “maritimae cioè affacciate sul mare) e l’Abruzzo i territori in cui la razza era comparsa, formata, evoluta.
In questi territori nostrani il Maremmano Abruzzese inizia a vivere e trascorrere i momenti più significativi del suo sviluppo filogenetico, assumendo sempre più i caratteri morfologici, funzionali e le sembianze molto vicine a quelle attuali e tutta l’eccezionale resistenza agli agenti patogeni naturalmente presenti nel territorio.
I due versanti: l’adriatico ed il tirrenico offrirono perciò spazio vitale al nostro cane da pastore nei mesi terribili dell’inverno, attraverso un lento migrare di greggi e armenti, creando gli anelli di quella interminabile catena che si denominò “transumanza”, che gli Etruschi prima e i Romani poi, svilupparono, utilizzandola, dopo averli riconosciuta legislativamente con privilegio di transito e pascolo attraverso le codificazioni di Teodosio (400) e Giustiniano (480) chiamandole “calles publicae”.
L’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana nell’anno 1958 attribuì ufficialmente a questo cane il nome di “Cane da Pastore Maremmano Abruzzese” quando, apparentemente risolta ogni controversia, constatò che tutti erano d’accordo nel ritenere che le Maremme, intese come “maritimae” cioè terre affacciantesi sul mare, e l’Abruzzo erano i due ambienti in cui il cane aveva avuto il suo splendido sviluppo, erano i due territori in cui la popolazione canina in oggetto era, a quel momento, più rappresentata, presente e attiva nelle numerose iniziative pastorali che nelle zone sopradette costituivano la base principale dell’economia, ed, in questi due ambienti il nostro cane era stato sempre presente in questo ultimo millennio. Non si è però tenuto in debita considerazione che l’Abruzzo e le Maremme rappresentavano i cardini di un sistema secolare, cioè della transumanza, che le legava, e che il cane non era presente soltanto in Abruzzo e nelle Maremme, ma in tutta la dorsale appenninica, sulla quale, non vada dimenticato, si praticava l’attività pastorale. L’Appennino, tutto, aveva dato i natali e vita ai pastori e al loro bestiame: ovini in prevalenza, che, durante i lunghi periodi invernali, per la neve abbondantemente caduta a ricoprire i pascoli, li costringeva a scendere al piano, per assoluta necessità di sopravvivenza.

3) Che salute possiede?

Non teme le intemperie, il freddo e le temperature rigide. E’ abituato a vivere all’aria aperta ed il pelo folto, dotato di un ricco sottopelo, contribuiscono a proteggere il cane anche se è consigliabile sempre un ricovero protetto e riparato. Il mantenimento di un bel mantello folto e compatto è garantito da una semplice spazzolatura che deve essere effettuata soprattutto nel periodo della “muta”, cioè in quel momento (circa due volte l’anno in autunno e primavera) in cui perde il sottopelo lanoso e lascia il posto a quello in crescita.
In considerazione della sua naturale resistenza non richiede particolari cure a parte i periodici controlli antiparassitari e vaccinali da eseguire annualmente; è proprio grazie a questa tenacia che non è raro infatti trovare cani di oltre 10 anni di età.

4) Che alimentazione necessita?

Gli attuali composti mangimici, distinti per ogni fascia di crescita, sono completi di tutte le sostanze nutritive abbisognose ed hanno soppiantato il regime alimentare originario del cane nel suo habitat basato su zuppa di siero di latte ( insostituibile fonte di alimento consistente in quel liquido che resta nella caldaia dopo che sono stati fatti il cacio e la ricotta) e crusca di frumento, carne, un po’ di verdura, un tozzo di pane raffermo. Consiglio altresì integrazioni alimentari quali olio di fegato merluzzo specialmente nella stagione invernale, 2 uova a settimana, spicchi di mela. La sua crescita è lenta. Raggiunge il suo massimo sviluppo corporeo e maturazione verso i tre anni.

5) Come è il rapporto con i suoi simili e quello con i bambini?

Chi possiede un Maremmano Abruzzese deve riconoscergli un’entità psichica autonoma e non considerarlo come uno strumento od una estensione della propria personalità. Tale razza rivela la sua intelligenza non tanto nell’assecondare passivamente gli ordini del padrone, ma nel comprendere perfettamente una situazione ed agire secondo un perfetto buon senso. In questo è veramente sorprendente: se ad esempio ad un soggetto si volesse insegnare un esercizio, egli capirà subito ciò che si pretende da lui, ma la sua fierezza non lo spingerà ad assecondare il padrone nella esecuzione pedissequa, ma gli farà ripetere l’esercizio nel modo più logico e razionale, avendo il cane compreso “la ratio” di ciò che deve svolgere. Ed è anche per questo che i Maremmani Abruzzesi hanno verso il padrone capace, una fedeltà assoluta fino all’estremo sacrificio, ed il rapporto fra uomo e cane si concretizza tipicamente in questo vincolo inossidabile, che corrisponde per la nostra razza ad un istinto fondamentale.
I cuccioli Maremmani fin dai primi mesi di vita, adottati in una famiglia, hanno rispetto e riguardo verso gli altri animali di casa, verso il gatto che dorme sul divano, verso gli uccellini che si muovono nella voliera e verso i pesci dell’acquario. Comprende che il suo padrone riserva loro una condizione di privilegio e li protegge, quindi nei loro confronti finisce col diventare protettivo, perché questo è in lui innato e naturale. Diventa presto geloso e affezionato compagno di giochi dei bambini della sua famiglia, come se fossero il suo gregge in natura, purchè questi siano seri e leali nei suoi confronti e non ne facciano bersaglio di sciocchi dispetti, che non accetta. E’ custode dei loro giocattoli e delle loro cose, anche intime, che impara a conoscere annusandole, e a cui piace stare vicino.

6) Ha qualche aneddoto da raccontare nella sua esperienza di allevatrice di Maremmani Abruzzesi?

Ero nell’appennino umbro con mio padre e mio figlio, come al solito alla ricerca di bei soggetti. Percorrevo con loro un sentiero fra due vallate diretto verso lo stazzo di un pastore che, era stato detto, possedeva un meraviglioso esemplare. Attendevamo i calori di una nostra femmina di grande genealogia, che ritenevo opportuno accoppiare con un maschio brado. Trovammo il pastore e conoscendone la innata diffidenza, mio padre, incominciò un discorso qualunque dimostrando interesse per le sue pecore e per i suoi cani. Ci guardammo nel frattempo intorno ma non videmmo nessun cane che meritasse la scelta. Delusi quindi per la perdita di tempo, finimmo per dire chiaramente lo scopo della mia visita, esprimendo anche il nostro rammarico. Il pastore rimase impassibile e senza mezze parole concluse la nostra conversazione dicendo che realmente possedeva un bel cane bianco, che tutti gli invidiavano per la straordinaria bellezza. Non lo avrebbe potuto distogliere dal suo lavoro per nessuna ragione e tanto meno per motivi che egli riteneva assai futili. Ci invitò rudemente ad usare il mio binocolo per guardare in lontananza….alle pendici del monte, al riparo di un costone verdeggiante, distinsi un meraviglioso cane bianco di mole straordinaria, e, a pochi passi una pecora in decubito lontana dal gruppo. Il cane era rimasto vicino a lei per assisterla ed impedire che chiunque le si avvicinasse.”
Questo è il cane da Pastore Maremmano Abruzzese, questo è il suo mondo pastorale da dove ha originato. Mai, approcciando caratterialmente questa meravigliosa razza italiana va trascurato questo approccio metodico!

Questo è il cane da Pastore Maremmano Abruzzese, questo è il suo mondo pastorale da dove ha originato. Mai, approcciando caratterialmente questa meravigliosa razza italiana va trascurato questo approccio metodico!

7) Lo vede bene in un appartamento o per lui è più congeniale uno spazio all’aperto?

Certamente sul terrazzo di un appartamento, in città, il cane da pastore Maremmano Abruzzese non trova il proprio habitat e le sue condizioni di vita non saranno le migliori, né potrà dare sicuramente il meglio di sé. Sino a pochi mesi di età potrà anche soddisfare colui che ha fatto questa scelta, perché è piacevole a vedersi e, come un balocco, sarà gradevole giocarci e trascorrerci del tempo, ma l’errore di tenere un cane di siffatto temperamento costretto in un ambiente così diverso da quello naturale condurrà presto ad amare delusioni conseguenti ad un riscontro caratteriale non corrispondente a quanto anche sopra delineato. Il Pastore Maremmano Abruzzese ha bisogno di spazio, di un ampio giardino, o di un bel cortile, in modo da sentirsi libero ma al tempo stesso legato al suo territorio. In queste condizioni potrà estrinsecare il meglio del suo carattere ed essere un ottimo inimitabile compagno di vita, oltrechè perfetto difensore della proprietà e della famiglia.

8) Che consigli darebbe a chi volesse scegliere questa razza?

Questo cane non vive a suo agio con un padrone ingiusto, irragionevole, sconsiderato o isterico. O finisce per diventare simile o lo abbandona. Non accetta supinamente le imposizioni insensate, non soggiace alle violenze o alle sevizie, cui si ribella, altrettanto alle percosse non meritate. E’ dotato di una memoria notevole che gli fa ricordare il sopruso per anni, di cui prima o poi si vendicherà. Il suo intervento non è mai avventato; se attacca lo fa per giusto motivo, e, se morde lo fa a ragione, senza mai perdere la testa, insistendo o infierendo.

9) Che tipo di guardia svolge?

Preferisce prevenire il fatto, scoraggiando l’aggressore, il rapinatore, e al limite, colui che volesse realizzare un sequestro. In ogni caso è notorio che i malintenzionati nel fare i loro piani e progetti, tengono conto della presenza dei cani da guardia; evitano sempre, se possibile, le loro incursioni ove temono di incontrare i cani da pastore Maremmano-Abruzzese. E’ anche strenuo difensore della persona, sempre per l’innato senso protettivo che lo anima; svolge questa funzione per istinto e senza che nessuno abbia ad insegnarglielo. Per questa sua qualità il cane da pastore Maremmano-Abruzzese è stato preferito ad altri cani, anche precisamente da difesa, ed è stato scelto come custode inseparabile di persone che risiedono o lavorano in ambienti cosiddetti a rischio per sequestri, estorsioni, rapine, perfetto difensore della proprietà e della famiglia.
Proprio assecondando il suo istinto fondamentale è anche strenuo difensore della persona, sempre per l’innato senso protettivo che lo anima; svolge questa funzione senza che nessuno abbia ad insegnarglielo. Per questa sua innata qualità il cane da pastore Maremmano-Abruzzese è stato preferito ad altri cani (Studi Coppinger New England Farm Center dello Hampshire College nel Massachusetts 1982 che lo analizzarono e valutarono il migliore per tre differenti tipi di comportamento: “trustworthy” assenza di aggressività, “vigilanza” costanza nel lavoro, “protezione” capacità di prevenire un attacco), anche precisamente da difesa, ed è stato scelto come custode inseparabile di persone che risiedono o lavorano in ambienti cosiddetti a rischio per sequestri, estorsioni, rapine, perfetto difensore della proprietà, della famiglia e, come detto, dei bambini.

10) Che Campioni avete avuto nella vostra lunga storia?

Desidero ricordare la nostra Campionessa Europea in carica “Dea di Jacopone da Todi” e incoronata Campione d’Europa al “Messe Exhibition Centre” a Wels, cittadina austriaca che ha ospitato la scorsa estate l’European Dog Show 2019, ovvero il Campionato Europeo Canino della Federazione Cinologica Internazionale, al quale hanno partecipato ben 20.056 soggetti provenienti da ogni parte del mondo. Ultimo successo di una lunga serie di ben 10 campioni italiani, 3 campioni internazionali, 2 campioni del mondo.
Jacopo Simoni